19.1.11

Una cena a casa di amici della mia coinquilina/datrice di lavoro

Mi sono presentato con fare molto garbato, e mi sono subito seduto. I ragazzi e le ragazze, in totale dodici, erano tranquilli. C'era un antipasto di salumi, formaggi, olive, e poi spaghetti con capperi, olive, pomodorini, ricotta e cubetti di elementi non identificabili.

A pancia piena ho cominciato a guardare gli altri ospiti: quelli di fianco a me parlavano con quelli di fronte, la mia coinquilina /datrice di lavoro chiacchierava con due teatranti guardando però un altro giovane dall'aria serena.

Mi è venuta voglia di partecipare: ho chiesto ai giovani di fronte se fossero studenti, mi hanno risposto di no, e io ho detto che a mio parere non ha senso continuare a manifestare allo stesso modo. Io ad esempio propongo di abolire gli striscioni, i cartelli, e quindi anche i cori, le voci; ogni manifestante viene fornito di un piccolo mangianastri in cui registra prima il suo slogan, o la sua analisi, quello che gli pare, e per tutta la manifestazione non parla, ma fa sentire la sua voce registrata. Anche ai giornalisti risponde solo con il registratore, e chi si azzarda a dire quello che pensa in presa diretta viene picchiato.

Una ragazza mi ha detto che ero patetico, o meglio, non l'ha detto, me lo ha fatto capire con un sottile ragionamento, mentre gli altri ridevano.

Durante il dolce, un ottimo tiramisù, ho raccontato il mio ultimo sogno, in cui denti che pesavano tonnellate mi cadevano sui piedi rendendomi invalido, e io vivevo felice e contento in una casa tutta mia guardando bellissimi film grazie ai soldi dello stato. La ragazza di prima ha osservato che con un assegno d'invalidità avrei pagato a malapena l'affitto, figuriamoci comprare una casa.
Era una informata .

Mi sono sentito depresso e ho censurato la voglia di raccontare l'altro mio desiderio, quello "reale".
Mi sono anche sentito un vecchio stupido, e ho capito che ho dei lati bruttini. Un tempo non l'avrei capito, ma ora sì, perché sono cambiato.
Purtroppo lo vedo io e nessun altro.

Cos'è successo dopo non lo racconto perché non ha importanza, ma quando finalmente la mia coinquilina/datrice di lavoro ha deciso di tornare a casa, ho preso una decisione.

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