25.1.11

STORIA EPICA - Visione del coprotagonista

Dopo due giorni di cammino in una terra irriconoscibile e senza cibo, le 15 donne e i 3 uomini trovarono l'acqua e i bicchieri.

Tutti si dissetarono tranne la comparsa Gineppra.
«Perché non bevi?».
«Non ho sete».
«Devi bere. Se non bevi morirai».
«Non ho sete».

Fu a quel punto che videro una cosa enorme davanti a loro, che prima nessuno aveva notato: una montagna di sapone. Liquido.
«Meraviglioso: possiamo lavarci».
Le donne si buttarono letteralmente nella montagna eccetto Gineppra; i tre uomini si avvicinarono a lei.

«Devi bere. Se non bevi morirai».
«Ho detto che non ho sete».

Allora i 3 uomini immobilizzarono Gineppra e la costrinsero a bere.
Dopo cinque minuti Gineppra svenne.
Forse morì.

23.1.11

STORIA EPICA - Prologo

Nel 2045 tornò la paura.
Climatologi e scienziati erano molto, molto pessimisti, e più o meno tutti i portavoce di religioni vecchie e nuove preconizzavano la fine del mondo.

Nel marzo 2047 la Terra gli diede ascolto.

Rimasero solo pezzi di isole del globo lontanissime tra loro, e un teatro di posa di Hollywood, in cui si stava girando un film western.
I 40 esseri umani sopravvissuti erano attori, comparse, tecnici, addetti alla sicurezza e manovali. 25 donne e 15 uomini. Il regista morì.

Si formarono due fazioni: quella capitanata dall'attore Altone Haviasso che sosteneva urgenti accoppiamenti per ripopolare il pianeta; e quella capitanata dalla comparsa Gineppra che non ci pensava nemmeno.

La fazione di Haviasso, composta da 10 donne e 12 uomini, s'impossessò del teatro di posa; si arroccarono nel fortino ricostruito per il film, e indossarono i costumi da cowboys e cowgirls.

La fazione di Gineppra, composta da 15 donne e 3 uomini, lasciò il fortino per cercare altre forme di vita.
Dopo pochi giorni di cammino la fame divenne insopportabile e ognuno ebbe le sue visioni.

20.1.11

La decisione

Ho telefonato all'amico di Elia Billoni.
«Tieni ancora in cantina i miei giocattoli?».
«Si».
«Benissimo passo a prendere i cowboy e i cavalli. E il fortino».
«Ma non dovevamo venderli?».
«Ho cambiato idea».

Creerò una grande storia d'avventura proprio qui, nella mia stanza, e recupererò il respiro, l'epos, il lirismo.

19.1.11

Una cena a casa di amici della mia coinquilina/datrice di lavoro

Mi sono presentato con fare molto garbato, e mi sono subito seduto. I ragazzi e le ragazze, in totale dodici, erano tranquilli. C'era un antipasto di salumi, formaggi, olive, e poi spaghetti con capperi, olive, pomodorini, ricotta e cubetti di elementi non identificabili.

A pancia piena ho cominciato a guardare gli altri ospiti: quelli di fianco a me parlavano con quelli di fronte, la mia coinquilina /datrice di lavoro chiacchierava con due teatranti guardando però un altro giovane dall'aria serena.

Mi è venuta voglia di partecipare: ho chiesto ai giovani di fronte se fossero studenti, mi hanno risposto di no, e io ho detto che a mio parere non ha senso continuare a manifestare allo stesso modo. Io ad esempio propongo di abolire gli striscioni, i cartelli, e quindi anche i cori, le voci; ogni manifestante viene fornito di un piccolo mangianastri in cui registra prima il suo slogan, o la sua analisi, quello che gli pare, e per tutta la manifestazione non parla, ma fa sentire la sua voce registrata. Anche ai giornalisti risponde solo con il registratore, e chi si azzarda a dire quello che pensa in presa diretta viene picchiato.

Una ragazza mi ha detto che ero patetico, o meglio, non l'ha detto, me lo ha fatto capire con un sottile ragionamento, mentre gli altri ridevano.

Durante il dolce, un ottimo tiramisù, ho raccontato il mio ultimo sogno, in cui denti che pesavano tonnellate mi cadevano sui piedi rendendomi invalido, e io vivevo felice e contento in una casa tutta mia guardando bellissimi film grazie ai soldi dello stato. La ragazza di prima ha osservato che con un assegno d'invalidità avrei pagato a malapena l'affitto, figuriamoci comprare una casa.
Era una informata .

Mi sono sentito depresso e ho censurato la voglia di raccontare l'altro mio desiderio, quello "reale".
Mi sono anche sentito un vecchio stupido, e ho capito che ho dei lati bruttini. Un tempo non l'avrei capito, ma ora sì, perché sono cambiato.
Purtroppo lo vedo io e nessun altro.

Cos'è successo dopo non lo racconto perché non ha importanza, ma quando finalmente la mia coinquilina/datrice di lavoro ha deciso di tornare a casa, ho preso una decisione.

18.1.11

SONO CAMBIATO

Sono cambiato!

Sto male.
Da quando ho esaurito i soldi non mi sono inventato niente, così vivo in una stanza d'appartamento in condivisione (l'appartamento, non la stanza) con la mia datrice di lavoro, una giovane donna che prima faceva la cameriera.
Ora io faccio il cameriere, e lei è la direttrice del bar.
Grazie a lei non sono morto di fame.
Io la odio, ma solo temporaneamente.

Oltre alla mia coinquilina/datrice di lavoro (con la quale non parlo, a differenza di quattro anni fa), dal 2003 ho conosciuto solo due persone che frequento tutt'ora (non assiduamente): un ex fidanzato della mia coinquilina/datrice di lavoro, e un amico di Elia Billoni.

Elia Billoni, che in confronto a me è ricco, mi ha regalato un televisore. Il lettore dvd invece l'ho comprato io poiché era in super-offerta, anche se con questa spesa extra ho pagato a fatica l'affitto di novembre.
I dvd me li presta l'ex fidanzato della mia coinquilina/datrice di lavoro, e devo dire che ho visto buoni film.

Quando vado a dormire inserisco una cassetta nel mio vecchio registratore.
Posseggo un paio di cd ma non il lettore cd, e le mie cassette sono in gran parte rovinate; la mia coinquilina/datrice di lavoro me ne ha prestata qualcuna. In fondo è una persona gentile.

Ieri notte mi sono addormentato con il Bolero di Ravel (la stessa cassetta contiene sei versioni del Bolero, lato A e lato B), e ho sognato che mi cadevano i denti. Che sogno originale, direte. Ma i denti pesavano una tonnellata e mi cadevano sui piedi rendendomi invalido, così prendevo i soldi dallo stato, non dovevo più faticare e lavorare, e me ne andavo a vivere in una bellissima casa tutta mia dove guardavo bellissimi film.

Purtroppo nella realtà devo lavorare, e sono bloccato in questo piccolo appartamento condiviso.

Ma nella realtà ho anche un altro desiderio, per certi versi opposto al mio sogno: restare qui, dove sono, e fare cose incredibili qui, dove sono.
Ve ne parlerò prossimamente.

A presto.