13.8.09

La mia stanza

Una finestra grande sulla parete centrale, un letto sulla parete laterale a destra della finestra, una scrivania e una sedia sulla parete a sinistra, un armadio e un tavolo con sopra libri e scartoffie rispettivamente a sinistra della porta (che è di fronte alla finestra) e di fianco alla scrivania.
La mia porta è sempre chiusa a chiave quando sono assente, e anche quando ci sono, perchè gli imbecilli studenti entravano senza bussare; ora bussano.
Ho attaccato varie cose alle pareti, fogli di premi che non ho vinto, qualche immagine di film, i disegni dei miei incubi, nessuna foto.

Estranei nella struttura

Due giorni fa è avvenuto un fatto che ha cambiato totalmente la mia prospettiva di vita.
Vi ricordo come vivevo prima: avevo una camera nell'ospizio per matti, e potevo anche consumare il cibo della mensa.
Io lì dentro ero l'unico sano, anche se invecchiato di colpo.
Beh improvvisamente i dirigenti dell'ospizio per matti, che io chiamo struttura (in sostanza è un condominio con qualche sala extra), hanno affittato un appartamento a tre studenti universitari. E mi hanno detto che se volevo un alloggio dovevo condividere l'appartamento con gli studenti, sennò fuori dai piedi!

Da due giorni vivo in un appartamento con tre studenti universitari imbecilli che tentano di coinvolgermi nel loro divertimento casinista.
Io cerco di isolarmi, non voglio mangiare con loro, non voglio parlare con loro, non voglio divertirmi con loro. Piano piano lo capiranno. Sto chiuso nella mia stanza, esco solo per esigenze fisiologiche e di pulizia, e per farmi da mangiare quando la cucina non è occupata dagli imbecilli studenti; poi mi porto il piatto in camera e mangio lì.
Non ho la televisione e nemmeno il computer: quando scrivo uso i punti internet a pagamento oppure vado in biblioteca.
Sto cercando un lavoro, ma non sono convinto.
Io, che sono invecchiato di colpo, mi trovo in una situazione comune a tanti studentelli.
Questa mattina ho già fatto un colloquio per vendere la pizza al taglio; il gestore mi ha detto che mi farà sapere, io so benissimo che non mi farà sapere: me lo legge in faccia che non ho voglia di lavorare. E sicuramente lui le facce se le ricorda.
Dovrei mostrare entusiasmo, ma sono vecchio.
La struttura mi ha vietato pure di mangiare in sala mensa.
Ho dei soldi da parte che mi consentiranno di pagare l'affitto e la vita per quasi un anno. Poi si vedrà.

8.8.09

Parlo poco e male

Perdo il contatto con la realtà.
Mi trovo in questa specie di ospizio per matti ma io non sono matto, sono solo invecchiato di colpo, e quelli che gestiscono la struttura lo sanno bene, altrimenti non mi riserverebbero un trattamento diverso dagli altri, anzi nessun trattamento. Usufruisco liberamente dei posti letto e della mensa, coloro che gestiscono non badano a me.

Ogni tanto un poliziotto mi crea delle difficoltà: ieri mi ha imposto di rientrare nella struttura nonostante io abbia diritto, nero su bianco, di uscire ed entrare quando voglio. Credo davvero che esista questo contratto, e dunque potrei denunciare il poliziotto. Gliel'ho pure detto che potevo denunciarlo, lui mi ha lo stesso costretto ad entrare, senza mettermi le mani addosso, senza rabbia, senza alzare la voce. Ma l'ha fatto.

Situazioni così strane capitano comunque di rado.
In genere non ho problemi, escludendo accadimenti eccezionali come quello di ieri in sala mensa, quando i matti si sono scagliati su di me con i loro dispetti illogici.
In genere, ripeto, passo inosservato.

Parlo spesso con una giovane donna molto gentile (parla con me proprio perché ha piacere di parlare con me) che io chiamo rispettosamente "signorina".
Credo che per la struttura lei svolga faccende di carattere amministrativo, certo non è matta, e la prova è che non mangia mai in sala mensa.
Io usufruisco della mensa ma senza che nessuno me lo imponga: a differenza degli altri nessuno mi segue, nessuno mi dice a che ora devo mangiare e dormire, entro ed esco quando mi pare.
Solamente un poliziotto, come ho detto prima, ogni tanto mi mette i bastoni tra le ruote, forse per semplice noia.

Ieri in sala mensa è passata la signorina e abbiamo parlato di quello che potevamo fare insieme. Cose innocenti, intendiamoci, non ricordo alcuna malizia.
Mi ha detto che sarebbe partita per una breve vacanza, molto breve, poi mi ha salutato.
Stavo per servirmi da mangiare (qui funziona grosso modo come un ristorante self-service) quando ho notato un telefono cellulare sul tavolo del pane.
Forse la signorina l'ha dimenticato, ho pensato.
Sulla schermata vi era indicato il mio nome, evidentemente la signorina mi aveva inviato un messaggio.
Io avevo dimenticato il mio cellulare chissà dove, perciò non potevo controllare, e naturalmente non mi sono azzardato a ispezionare il telefono della signorina.
Quindi ho lasciato la mensa per cercarla.

L'ho cercata inutilmente, non riuscivo più ricordare la sua faccia!
Mi turba il fatto di non essere in grado di riconoscere una persona.
Sono invecchiato di colpo.